Articoli | Informatica | Web design | Grafica | Fotografia | SEO | Articoli su facebook | Articoli giornale | Articoli di giornale | Articoli riviste I principi di base del web design!

Rivista: Applicando
Data pubblicazione: Luglio 2006

Pillolibri

Il web odierno è caratterizzato per lo più da siti curati, talvolta maniacalmente nel design, ma non altrettanto nella navigazione. Allo stesso modo esistono molti siti dotati di ottime strutture di navigazione, che però non brillano per design. Perché accade ciò? Il problema, ancor prima che nell’approccio, è da ricercare spesso nelle conoscenze che il web designer mette in campo durante la creazione di un sito. Molti di questi provengono dal mondo del design cartaceo, e quindi “riciclano” le proprie competenze; essi mirano quasi esclusivamente all’aspetto visivo, ignorando che, come per la stampa, anche il web ha le sue regole… I secondi, sono invece in genere sviluppatori, che guardano più alla funzionalità, alla pulizia del codice, e alla leggerezza delle pagine, che all’aspetto visivo. In effetti, è assai difficile trovare persone che abbiano entrambe le competenze; a parte casi sporadici, la maggior parte dei siti web vincenti viene realizzata da web-agency: società emergenti che nel proprio organico possono annoverare designer, sviluppatori, esperti di accessibilità, esperti di contenuti, etc.
Tutto ciò ci dice chiaramente che anche il web ha le sue regole; chi alza lo scudo della soggettività, per difendere a tutti i costi un sito davvero brutto, deve farci i conti prima o poi. Solo studiandole approfonditamente si può intraprendere il giusto cammino verso progetti web di qualità.

 

Dal mattone al bit

Se pensiamo per un attimo che un sito web è come una casa, diventa semplice capire perché è importante prima di tutto il progetto che ne sta alla base: un’abitazione deve rispondere normalmente a requisiti precisi, come la solidità delle fondamenta, la robustezza ed elasticità della struttura, la bontà del tetto, l’isolamento termico delle pareti, oltre ad essere correttamente esposta rispetto al nord. La buona riuscita di una tale costruzione nasce dal progetto di un architetto, che attraverso un direttore di cantiere e un’impresa di costruzioni, è in grado di realizzare la futura abitazione del cliente.
La realtà è però spesso ben diversa: gli errori di progetto non vengono identificati subito e diventano difetti di costruzione, a danno di chi abita la casa. Analogamente, se un web designer commette errori in fase di progetto, e questi vengono implementati nelle pagine web, il “cliente”, ovvero il fruitore del sito, ne subirà le conseguenze durante la navigazione dello stesso. Per evitare che ciò accada è quindi necessario fare un’attenta riflessione sull’organizzazione vera e propria del sito, prima ancora che sul suo aspetto visivo. In quest’ottica, il primo elemento importante è il canale: una sezione specifica del sito, che può ospitare altri canali secondari, coerenti con il tema del canale principale. L’organizzazione dei canali è una cosa fondamentale; se si impostano in maniera errata, tutto il sito rischia di diventare poco fruibile, anche se il suo aspetto visivo è ben fatto: ricadiamo nuovamente nella rosa di siti descritti all’inizio di questo articolo.

 

La bozza di struttura

Per prima cosa, si deve realizzare una bozza dell’architettura di navigazione: carta e penna vanno più che bene, ma se vogliamo partire con il piede giusto, un programma di design come Freehand MX è molto più adatto: grazie ai suoi strumenti di disegno può essere molto utile nella preparazione di uno schema della navigazione. Si crea una struttura ad albero partendo da un rettangolo che rappresenta la homepage; da qui si fanno discendere i canali principali, e sotto questi i canali secondari, avendo cura di collegare attentamente tra loro tutti gli elementi. In questo modo si ha una visione immediata della struttura del sito e dei suoi contenuti, inoltre lo schema realizzato è subito utiizzabile per illustrare al nostro cliente come si intende procedere.

Creare architettura di navigazione sito web

Figura 1 – Una bozza di struttura realizzata in Freehand MX.

Creare un layout funzionale

Nella preparazione del modello principale è essenziale la scelta del tipo di layout; questo è rappresentato dalla suddivisione dello spazio visivo in aree distinte, ognuna creata per un contenuto specifico. Questa divisione non è standard; nel web si trovano layout tra loro diversi, l’importante è rispettare alcune semplici regole che ne garantiscono l’efficacia. Un tipico esempio di layout prevede la divisione in tre zone: la testata, la zona contenuti e la barra di navigazione. Bisogna comunque considerare che questa divisione non è così rigida come può apparire: gli elementi grafici possono andare oltre i margini delle divisioni, “eludendo” la rigida ortogonalità del layout.

 

Le domande “nascoste” degli utenti

La divisione del layout in tre zone potrebbe non essere valida per tutte le tipologie di siti web; in alcuni casi è possibile operare maggiori suddivisioni. Ciò che però è importante capire, è che il layout deve rispondere ad alcune necessità basilari degli utenti.
Generalmente gli utenti di Internet approdano ai vari siti attraverso ricerche su motori come Google, Yahoo, ecc. Nella maggior parte dei casi i motori di ricerca ci propongono la pagina di un sito nella quale la parola ricercata ha un occorrenza rilevante. Questa pagina però non coincide quasi mai con la Homepage del sito. Insomma, quando cerchiamo qualcosa, approdiamo quasi sempre ad un sito entrando dalla “porta di servizio”, quasi mai dall’ingresso principale. Viene da domandarsi allora cosa ci spinge a rimanere in un sito anche se non siamo entrati dalla porta d’ingresso. Senza che ce ne accorgiamo, in un paio di secondi, il nostro cervello decide se il sito è coerente con quanto abbiamo cercato oppure no. Cosa ci spinge a questa decisione? Una teoria ormai assodata tende a sintetizzare il concetto in tre domande:

 

Dove sono ?

La prima risposta viene naturale dalla testata: è li che viene identificata la titolarità del sito, sia che si tratti di un’azienda, di un professionista, di un portale, ecc. La presenza del marchio e di un claim favoriscono la fluidità della risposta.

 

Cosa fanno qui?

Se la prima domanda viene soddisfatta spostiamo in genere gli occhi sulla zona dei contenuti, cercando affinità con ciò che abbiamo cercato.

 

Dove vado?

Se anche la seconda domanda viene soddisfatta, non ci resta che capire come muoverci all’interno del sito: cerchiamo la barra di navigazione. Tutto ciò avviene in un tempo infinitesimamente piccolo; ecco perché è importante strutturare attentamente il proprio layout: fare in modo che un utente rimanga su un sito è così cruciale da essere considerata come la prima necessità di tutto il progetto.

Schema dei tre pannelli

Figura 2 – Capire le necessità degli utenti: tre domande a a cui rispondere attraverso la strutturazione del layout.

Impostare correttamente la struttura dei canali

I canali vanno organizzati secondo una logica ben precisa, e il tipo di sito che si sta realizzando è determinante nella loro disposizione: un sito web aziendale, un sito di un professionista o addirittura un portale tematico sono estremamente diversi tra loro ed è necessario adattarne correttamente i contenuti alle esigenze degli utenti.
Per esempio, il sito web di un centro escursionistico deve essere strutturato tenendo conto delle varie tipologie di escursione, come il noleggio di quad, o sport come il rafting, l’equitazione, ecc. Dentro questi, devono poi essere presenti i canali di approfondimento, detti normalmente secondari. In questo modo l’utente ha una visione rapida sui contenuti principali che lo aiutano nella scelta del canale di navigazione più adatto alle proprie esigenze. Questo approccio permette di organizzare efficacemente anche siti di grandi dimensioni, come le testate giornalistiche, e i portali tematici.

Organizzazione visiva canali navigazione sito web

Figura 2 – Organizzazione visiva dei canali di navigazione nel sito di un centro escursioni.

Pagine e modelli: il grande dilemma

Una volta definito il progetto del sito e l’architettura della navigazione arriva il momento in cui si devono creare le pagine web che compongono il sito, e con questo momento arriva anche la necessità di fare una scelta strategica: creare pagine singole caratterizzate ognuna da un design specifico? oppure scegliere un modello di design generale, dal quale “partorire” tutte le pagine che comporranno il sito?
Nel primo caso si progettano le pagine web dando ad ognuna un aspetto particolare, organizzando gli elementi che la compongono, se necessario, in maniera diversa dall’una all’altra. Le pagine possono quindi avere colori diversi, layout compositivi diversi, insomma anche cambiare drasticamente. Va subito però detto che questo tipo di approccio non è assolutamente adatto per siti aziendali, istituzionali, o comunque per siti di informazione. E’ invece indicato per siti di altra natura, come quelli di artisti e creativi: questi, più che creare un sito fruibile da tutti, vogliono far vivere un’esperienza all’utente diversa dalla normale navigazione, dandogli possibilità di esplorazione variegate, non necessariamente legate alle logiche di Internet. In questi siti l’utente ha la sensazione di trovarsi in uno spazio diverso dai normali siti a cui è abituato. E’ facile trovare nel web esempi di questo tipo; le pagine che li costituiscono sono costruite con un’innato senso di diversità, legate tra loro spesso da link non convenzionali, nascosti tra i meandri della grafica, o ridotti ai minimi termini in design iper minimalisti.
Siti di questo tipo non sono però adatti se c’è bisogno di modifiche frequenti: infatti la loro struttura, spesso interamente costruita con elementi realizzati in Flash, non è concepita per essere aggiornata costantemente, come invece avviene in un comune sito web aziendale o di informazione.

 

I modelli: una scelta davvero saggia

Un metodo veramente efficace per la realizzazione di un sito web è quello di creare un modello XE "creare un modello" principale (anche detto template) che diventa il “genitore” di tutte le pagine create. Questo rapporto di “parentela” fa si che qualunque tipo di modifica venga applicata al modello principale, verrà automaticamente applicata anche a tutte le pagine legate al modello. Diventa quindi estremamente semplice, ma soprattutto veloce, modificare il layout o aggiungere nuovi canali di navigazione, anche a siti che contengono centinaia di pagine web. La scelta di un modello permette inoltre al web designer di concentrarsi molto di più sull’aspetto del sito, sulla scelta dei colori più azzeccati, sulla scelta di un layout strutturato in maniera equilibrata, sulla coerenza dei vari elementi visivi, ecc.
In ogni modello ci sono due cose di cui tener conto: le aree non modificabili e quelle dei contenuti. Le prime, sono parte integrante del modello e quindi non possono essere modificate all’interno del modello stesso. Le seconde sono invece le zone preposte ai contenuti e possono essere popolate direttamente nelle pagine “figlie”.

Modello template sito web con dreamweaver

Figura 4 – Esempio di modello: il rettangolo rosso mette in evidenza la zona preposta ai contenuti; questi potranno essere popolati nelle varie pagine “figlie”.

Dalla teoria alla pratica

Dopo aver fatto un excursus sui principi base del web-design viene il momento di mettere mano alla realizzazione vera e propria del sito web. Oltre alla scelta degli strumenti software più idonei emerge subito forte la necessità di stabilire un modello progettuale e costruttivo, che dalla tipica pagina HTML “bianca” di partenza, consenta di arrivare alla realizzazione completa del sito. Un buon metodo è quello di dividere il processo di creazione in tre momenti distinti:

  • Il design
  • L’implementazione dell’interattività di base
  • La finalizzazione del sito ed il popolamento dei contenuti

Per ognuna di queste fasi viene in genere utilizzato un software specifico; se questo però si integra con gli altri programmi, il processo diventa molto più rapido e semplice. Partendo da questo assunto, la scelta diventa abbastanza ovvia: Macromedia (ora Adobe) che grazie allo spirito collaborativo di software come Dreamweaver, Fireworks, Flash e Freehand, garantisce un processo di creazione dei siti veloce e libero da problemi di incompatibilità.
La chiave di tutto è da ricercare nel termine RoundTrip, che tradotto in italiano significa “viaggio di andata e ritorno”. Dietro questa espressione si cela infatti una delle funzioni che hanno reso celebre la suite di programmi Macromedia presso i web designer. Il RoundTrip, meglio conosciuto come RoundTrip HTML, consente, a vari livelli, il passaggio di contenuti, in particolar modo tra Dreamweaver e Fireworks, senza perdere la formattazione originale. Un esempio tipico è l’esportazione di una pagina HTML da un documento di design realizzato in Fireworks. Questa pagina può essere aperta in Dreamweaver ed eventualmente modificata nei contenuti. Se poi si rende necessaria una modifica al design, tramite il comando Modifica presente nella finestra delle proprietà di Dreamweaver, viene riaperto il documento PNG originale in Fireworks, che contempla però anche le nuove modifiche compiute in Dreamweaver. Una volta apportate le ulteriori modifiche di design è sufficiente fare clic sul pulsante Completato; in questo modo Fireworks “restituisce” il contenuto modificato, sotto forma di pagina HTML, a Dreamweaver.

Modifica pagina html da fireworks

Figura 5 – La modifica di una pagina HTML in Fireworks: si noti il pulsante Completato, che una volta premuto, restituisce il contenuto modificato a Dreamweaver.

Il design

Il design deriva generalmente da un sapiente mix tra il layout, ovvero la divisione delle aree di pertinenza, e la vestizione grafica vera e propria. Saper scegliere un buon design, e poi realizzarlo, è sicuramente un’attività molto particolare, che troppo spesso nel web odierno viene letteralmente presa sotto gamba. I migliori web designer dei nostri tempi sono approdati ad Internet dopo aver quasi sempre lavorato, prima di tutto, come designer della carta stampata. Sebbene i due media siano diametralmente opposti, e abbiano logiche e linguaggi espressivi diversi, una cosa è comune ad entrambi: l’armonia delle forme e dei colori. Per questo, chi ha studiato le basi dello spazio compositivo, dell’impaginazione e degli accostamenti di colori, può traslare la propria esperienza in modo molto efficace sul web, purchè, come già detto, si muova all’interno del linguaggio che al web stesso compete.
Come per la pubblicità cartacea, anche il web design richiede coerenza rispetto al soggetto trattato: per esempio, un sito web istituzionale dovrà proiettare un’immagine aziendale decisa, ma al contempo sobria, attraverso la scelta di un design con tinte non troppo accese, e forme ortogonali che donano sicurezza e stabilità. Di contro, il sito di un grafico professionista, dovrà mostrare una marcata vena creativa, attraverso l’uso di colori tendenzialmente saturi, e il posizionamento di forme curvilinee che diano una buona sensazione di movimento.
Una volta scelto il tipo di design che si intende adottare, viene il momento di realizzarlo. In questa nuova fase è facile distinguere due scuole di pensiero: alcuni preferiscono abbozzare su carta il layout, per poi realizzarlo con un software adeguato; altri preferiscono invece lavorare sin da subito, direttamente su un software di design. Questa seconda strada lascia tra l’altro molto più spazio da un punto di vista creativo, poiché l’idea iniziale che ci si è prefissa, prende forma in “tempo reale” sullo schermo, subendo le eventuali modifiche che il processo creativo può generalmente apportare.

 

Freehand MX: dalla carta al web

Sebbene non sia ancora realmente chiaro, dopo la recente acquisizione di Macromedia da parte di Adobe, che fine farà questo software, resta indubbiamente uno degli strumenti più adatti per la preparazione della grafica di base di un sito. Tra l’altro, la sua indole ibrida, tra la stampa ed il web, lo rende adattissimo a preparare anche delle bozze di stampa da poter sottoporre al cliente, ancor prima che svilupparle in un formato per il web. Grazie ai vari strumenti di disegno, alla possibilità di creare campiture di colore molto efficaci, alla possibilità di inserire particolari effetti raster come ombre e luci e ad un incredibile controllo delle forme, la realizzazione della grafica di un sito, non solo è molto veloce, ma può anche diventare davvero divertente.

Creazione grafica testata sito web freehand mx

Figura 6 – La creazione della testata di un sito: le potenti primitive geometriche si compongono tra loro per creare la struttura della testata, che successivamente viene unità in un unico oggetto, colorata e completata di bottoni.

Un po’ di Flash nel cuore di Freehand

C’è una funzione in Freehand MX che è davvero utile: questa permette di pubblicare, un’animazione Flash, con una limitata interattività, che mostra in anteprima come funzionano i link di un sito. L’operazione è talmente semplice da realizzare che anche chi non conosce affatto Flash può comunque effettuarla. Si parte con la creazione di un design di base per la homepage, popolandola con contenuti fittizzi, come testi finti ed immagini di prova. In seguito si duplica questa pagina, con l’intento di produrre gli altri canali del sito, modificando come necessario contenuti e disposizione degli stessi. Si ripete quest’ultima operazione quanto serve per realizzare le pagine web relative ai canali principali del sito.
A questo punto entra in campo lo strumento Azione: questo strumento consente la creazione di link da una forma qualunque presente in una pagina, ad un'altra pagina. Per poter realizzare più facilmente questa operazione è necessario effettuare un zoom all’indietro, in modo da poter vedere più pagine all’interno dello spazio di lavoro di Freehand MX. Successivamente, tramite un azione di drag&drop, si punta ad un pulsante, e tenendo premuto il tasto del mouse, si effettua un’operazione di trascinamento verso la pagina obiettivo di quel pulsante. Questa operazione va ripetuta per tutti i pulsanti presenti nelle pagine realizzate.
Una volta terminato, si può verificare subito il risultato dei collegamenti impartendo il comando Finestra > Filmato > Prova: viene aperta una finestra Flash dalla quale è possibile muoversi nelle varie pagine facendo clic sui pulsanti di navigazione.
Quanto appena descritto merita davvero molta attenzione: in pratica, semplicemente partendo dal puro design, siamo già in grado di mostrare ad un cliente non solo la vestizione grafica ed il layout del sito, bensì anche la navigazione tra i canali principali, senza ancora aver usato un programma specifico per il web design ed aver scritto una riga di codice!

Creare grafica sito web freehand mx

Figura 7 – Creare un’animazione Flash per presentare il design di un sito realizzato in Freehand MX. Si noti come il pulsante “Quad” nella pagina di sinistra è stato collegato, grazie allo strumento Azione, alla pagina di destra. Durante il play dell’animazione, questo risponderà al clic del mouse come un normale pulsante di navigazione, mostrando la pagina collegata.

L’implementazione dell’interattività di base: Fireworks

Quando il processo di design di un sito è terminato, e quindi il cliente ne ha validato la vestizione grafica, viene il momento di aggiungere interattività e funzionalità specifiche. In pratica si prende la grafica nuda e cruda che si è appena realizzata e si aggiungono comportamenti alle varie parti che la compongono. Il software che fa al caso nostro è Fireworks; vero ponte di collegamento tra il mondo “inanimato” del puro design e quello invece interattivo dell’ipertesto. In effetti, sebbene il programma consenta egregiamente di creare da zero anche il design, come fa Freehand, il suo vero cavallo di battaglia è da ricercare nella capacità di attribuire comportamenti interattivi a qualunque elemento presente nel documento. Sia che si tratti di semplici rollover su pulsanti, oppure di menu a comparsa, o ancora di piccole animazioni gif, Fireworks ci permette di realizzare i nostri desideri senza dover conoscere una singola riga di codice, grazie alle semplicissime procedure guidate presenti nel programma.
Tra l’altro, proprio per manifestare l’elevato grado di integrazione con gli altri programmi Macromedia, Fireworks è in grado di aprire senza problemi un file nativo di Freehand MX, conservando intatte tutte le caratteristiche vettoriali e bitmap di quest’ultimo.
Questa operazione trasferisce il design realizzato in Freehand MX all’interno di Fireworks, dal quale è possibile evidenziare pulsanti e quant’altro a cui associare comportamenti ed interattività.

Aprire file freehand mx con fireworks

Figura 8 – Apertura di un file di Freehand MX: la finestra di importazione riporta innumerevoli opzioni. La cosa più importante è che le misure del documento vengono ereditate da quelle impostate nel file originale di Freehand.

Creare un semplice pulsante

Come già detto in precedenza, non è necessaria alcuna conoscenza particolare per realizzare pulsanti e menu a comparsa: le procedure sono interamente guidate. Per esempio, per realizzare un pulsante con un semplice rollover si procede in questo modo:

  1. Si fa clic sull’elemento che si intende trasformare in pulsante
  2. Si impartisce il comando Elabora > Simbolo > Converti in simbolo
  3. Dalla finestra opzioni si sceglie Pulsante, si attribuisce un nome arbitrario e si conferma con OK

Questa semplice operazione ci può già aiutare a fare una interessante riflessione.
Facendo un passo indietro, se si osserva il documento prima di aggiungere la funzione appena descritta, si nota come in realtà si tratti ancora di “puro” design: un semplice elemento grafico si staglia all’interno dello spazio bianco relativo al documento corrente.
Se guardiamo invece il documento dopo l’operazione qualcosa è cambiato: compaiono delle righe rosse che intersecano i bordi del pulsante e si propagano lungo tutto il documento. Queste definiscono visivamente la struttura tabellare che servirà a creare il codice necessario affinchè tutto funzioni correttamente. In pratica Fireworks ci mostra, in maniera esclusivamente visiva, la divisione in celle HTML che il documento avrà, una volta esportato: un gran bel vantaggio.
Per completare il pulsante è necessario definito lo stato Over, ovvero l’aspetto che deve assumere il pulsante quando il puntatore del mouse è sopra di esso; si procede in questo modo:

  1. Si fa doppio clic sul pulsante
  2. Dalla finestra delle opzioni si sceglie la sezione Sopra
  3. Si fa clic sul pulsante Copia grafico su
  4. Si modifica a piacimento il pulsante e si fa clic su Completato

Creare pulsante rollover fireworks

Figura 9 – Creare un pulsante in Fireworks: dopo aver trasformato l’elemento grafico in pulsante è necessario modificarne l’aspetto nello stato Over (Sopra).

Esportare in HTML

Quando il documento di Fireworks è stato modificato con l’aggiunta di tutti i comportamenti necessari si può passare all’esportazione vera e propria in HTML. Questa operazione ha una grande rilevanza; per poter capire perché è però necessario fare un salto nel passato.
Un tempo, non poi così lontano, i web designer usavano Adobe Photoshop per definire l’aspetto grafico di un sito. Il file creato veniva di solito conservato nel formato nativo PSD, con l’intento di preservare i livelli della grafica. Quando il design era soddisfacente, si procedeva in maniera totalmente manuale alla divisione del documento in porzioni, che dovevano essere accuratamente ritagliate e singolarmente salvate in altrettanti files. Tutti questi frammenti di file venivano poi reinseriti in una struttura tabellare, tramite un software di composizione HTML. Il risultato era una pagina web che riproponeva, frammentato in tante celle, l’aspetto originario del sito creato in Photoshop. Questa operazione non solo era lunga e macchinosa, ma soprattutto poneva dei seri problemi ogni qualvolta un cliente chiedeva una semplice modifica di grafica al sito.
Tutto questa è storia. Fireworks permette di esportare in maniera totalmente automatica qualunque pagina da noi creata in HTML, occupandosi personalmente della divisione in celle e della parcellizzazione dei files: tutto quello che dobbiamo fare è semplicemente scegliere alcune opzioni, fra le quali il tipo di codifica dei files (GIF, JPEG, etc.) il grado di compressione, ecc.

Esportare pagina web html da fireworks

Figura 10 – Esportazione del documento: bastano poche impostazioni per creare un documento HTML perfettamente strutturato.

La finalizzazione del sito ed il popolamento dei contenuti: Dreamweaver

Il terzo passaggio nella composizione del sito riguarda Dreamweaver: il software principe per il web design. Dando per scontato che si è già predefinito un sito e che sono stati impostati correttamente tutti i percorsi alle cartelle di quest’ultimo, è arrivato il momento di aprire il file HTML generato da Fireworks per trasformarlo in un Modello da utilizzare in tutto il sito.
In questa fase si mette in pratica ciò che abbiamo discusso a livello teorico all’inizio dell’articolo: si predispone una zona centrale nel layout del sito e la si trasforma in un’Area modificabile. In questo modo Dreamweaver provvede a convertire l’attuale file HTML in un modello che assume come estensione DWT (Acronimo di Dreamweaver Template). Questo modello viene conservato nella cartella Templates all’interno della cartella predefinita del sito (di solito la cartella Publish).
Da questo punto in poi è possibile creare nuove pagine web e popolarle di contenuti attingendo al modello definito; in questo modo il sito avrà un’aspetto ed una navigazione coerente ed omogenea su tutte le pagine che lo compongono.

Coversione pagina web in modello template dreamweaver

Figura 11 – Conversione di una pagina web in Modello.

Creazione pagina web da modello template dreamweaver

Figura 12 – Creazione di una pagina web da un Modello preimpostato: si sceglie il modello dalla colonna di sinistra; per facilitare la scelta viene mostrata un’anteprima del medesimo.

Considerazioni finali

Va detto subito che il workflow proposto, con la sequenza Freehand – Fireworks – Dreamweaver non può essere preso come standard universale per la creazione di siti web. Uno sviluppatore “puro”, amante della programmazione, avrebbe sicuramente da obiettare non poco sull’esportazione automatica di Fireworks, adducendo motivi legati alla poca pulizia e pesantezza del codice generato. L’importanza di quanto detto però, non è da ricercare tanto nei particolari più reconditi, quali appunto il codice, o l’ottimizzazione delle immagini, o ancora l’accessibilità delle pagine, o altro ancora.
Ciò che è veramente importante è la scelta di una strategia costruttiva che permetta a tutti, in tempi brevi e senza conoscenze troppo specifiche di creare un sito web efficace e funzionale. Non a caso in questo articolo abbiamo soprasseduto su moltissime funzionalità dei programmi, poiché, lungi dal voler fare una panoramica degli strumenti, peraltro già affrontati in precedenza, quello che ci premeva di più era far capire l’importanza del metodo, al di sopra delle funzionalità specifiche.
Ricordiamoci però che, indipendentemente dal metodo che ognuno applica, la teoria enunciata riguardo canali, modelli, layout, ecc., rimane un ottima base di partenza per la costruzione di un sito web.