Con il suo (ormai solito) tempismo, Apple è nuovamente in lizza per
il podio dei migliori computer portatili. Grazie all’adozione del nuovo
Processore Intel Core 2 Duo, con frequenza di clock massima a 2,33 Ghz,
il Mac Book Pro diventa ancora più appetibile di quanto già lo fosse
prima.
L’unità che abbiamo testato è la tipica macchina per il Professionista
del digital imaging: schermo da 17”, hard disk capiente da 160GB, e soprattutto
memoria RAM aumentata a 3GB, il massimo consentito.
La scelta della RAM è stata dettata principalmente dall’uso di Photoshop,
e per 2 motivi: In primo luogo, le performance di Photoshop sono in genere
ottimali se abbinate ad una buona quantità di memoria.
Il secondo luogo, l’emulazione con Rosetta funziona molto meglio in presenza
di una maggiore quantità di RAM.
Fig. 1 - Il MacBook PRO, con la classica confezione in stile valigetta.
Le prime impressioni
A prima vista, il MacBook Pro è praticamente identico
al “vecchio” modello con Processore a 2 GHz. La prima differenza che
si può notare, grazie soprattutto alla quantità generosa di RAM installata
nel nostro caso, è che tutte le operazioni comuni (operatività sul desktop,
apertura finestre, lancio Programmi, etc.) avvengono in maniera estremamente
veloce, e con minima attività di swap su disco. Una sensazione davvero
gradevole è che, anche usando in contemporanea svariati applicativi,
il MacBook Pro, rimane perfettamente “tonico” e Pronto alla risposta!
La grande memoria, e il veloce Processore, eliminano quasi del tutto
quel fastidioso tempo di attesa, durante il passaggio da un Programma
all’altro, tipico dei sistemi che non dispongono di sufficiente memoria
RAM, e che viene quindi emulata attraverso lo swap su disco.
Il tempo
medio per avviare i Programmi è un altra cosa che ci ha davvero sorpreso:
gli applicativi Universal che abbiamo sommariamente Provato (Adobe Lightroom
beta 5, Keynote, Pages, e ovviamente tutta la suite iLife) si “svegliano”
subito dopo il clic del mouse sulla relativa icona: niente più attese,
1, al massimo 2 secondi et voilà!
Fig. 2 - I portatili usati per il test sono stati gentilmente messi
a disposizione da Marianna Santoni, fotografa professionista, Guru Adobe
su Photoshop, e da sua cugina Ilaria, aspirante Guru!
La chiave del successo: RAM, Processore e Storage
Come il suo predecessore, anche questo MacBook
Pro, ha disponibili 2 slot per l’espansione di memoria. Aprendo il System
Profiler, si vede chiaramente che il tipo di RAM usata è davvero performante:
si tratta di 2 moduli (1 GB + 2 GB) DIMM SDRAM, DDR2 a 667 Mhz (la stessa
velocità delle memorie per il Mac Pro Dual Xeon). Il Processore Intel
Core 2 Duo (nome in codice Meron), come dice Apple, racchiude la potenza
di due Processori in un unico chip, con 4 MB di Smart Cache, condivisibile
da entrambi i core, a seconda delle necessità dei Programmi: grazie
a tutto questo, risulta essere il 39% più veloce del suo predecessore.
In ultimo, nei portatili Apple si è sempre sentita la mancanza di hard
disk più capienti, che invece facevano bella mostra anche in comunissimi
Notebook PC. E finalmente si può scegliere di avere un veloce Serial
ATA da 100 GB a 7200 giri/min., oppure un più capiente (ma più lento)
disco da 160 GB, a 5400 giri/min., oppure ancora un grande disco da 200
GB, a 4200 giri/min., ovviamente ancora più lento. Nell’unità in Prova
era presente il disco da 160 GB, nello specifico un Hitachi Travelstar
5K160, con buffer di 8 MB, transfer rate di 150 MBps (tipico di tutti
gli Hard Disk SATA), e tempo di accesso medio di 11 ms.
MacBook Pro vs Power Mac G5 Dual 2 Ghz: a suon di filtri con Photoshop
Quando iniziarono le vendite dei primi Powermac G5, grande successo riscosse
il modello con doppio Processore a 2 Ghz. In seguito i modelli si evolsero
fino al decantato Quad G5, che divenne la punta di diamante della linea.
Ad oggi, però il modello a 2 Ghz è ancora usato da moltissimi Professionisti,
e per questo, abbiamo voluto fare un curioso raffronto sul campo, usando
Photoshop come ago della bilancia. In realtà la cosa si fa ancor più
interessante se si pensa che entrambe le unità sono dotate di grande
memoria: 3 GB per il MacBook Pro e 4,5 GB per il Powermac G5. Per rendere
il tutto ancor più interessante, sul MacBook Pro i test sono stati condotti
sia con Photoshop CS2, sia con la beta pubblica di Photoshop CS3, rilasciata
a metà dicembre da Adobe.
Il primo test è stato effettuato creando una
grande immagine bianca, delle dimensioni di 70x100 cm, ad una risoluzione
di 300 DPI, con metodo di colore RGB. Su questa, abbiamo quindi sperimentato
in sequenza otto funzioni e filtri di varia natura.
Il secondo test è invece il frutto di 13 diversi filtri, applicati ad
un file TIFF che misura 24,5x29,5 cm, a 300 DPI, sempre in RGB.
I risultati sono stati davvero sorprendenti: pur con l’emulazione di
Rosetta, Photoshop CS2 è appena un 8% più lento della stessa versione
sul Powermac G5. Ma il risultato diventa stravolgente, quando viene usato
Photoshop CS3, nativo per MacIntel: mediamente è oltre il 60% più veloce!
Un pò di benchmarking
Oltre al test su Photoshop, abbiamo però voluto
misurare in maniera scientifica le performance del portatile, usando
Xbench e CineBench. Mettendo a confronto le tabelle di Xbench si nota
subito che il Processore Intel Core 2 Duo, è quasi veloce quanto i 2
Processori G5 messi insieme. Il divario diventa davvero tangibile, a
vantaggio del MacBook Pro, se si osservano le prestazioni della memoria,
della scheda grafica, dell’hard disk, ma soprattutto del test sull’interfaccia
utente. Invece per quanto riguarda il test di CineBench, tutto orientato
al render 3D in tempo reale, si nota una differenza sostanziale nelle
capacità operative dell’OpenGL. In effetti, durante il test, la fluidità
d’animazione sul MacBook Pro è rimasta sempre a livelli sostenibili,
scendendo intorno ai 12/15 fotogrammi al secondo, nella fase più “dura”
del test, mentre invece è decaduta in maniera vistosa sul Powermac G5,
toccando circa 4/5 fotogrammi al secondo. Con questi risultati, una volta
che la suite di Adobe sarà ufficialmente in vendita in versione nativa
Universal, i MacIntel potranno finalmente mostrare i muscoli che celano
sotto il case!
Batterie a lunga durata
Un interessante test di durata, ha visto il MacBook
PRO lavorare incessantemente per 4 ore consecutive, durante un viaggio
in treno da Foligno a Milano. In quest’occasione, la “nostra” Marianna
Santoni ha usato continuamente Adobe Photoshop CS2 e Lightroom beta 5,
per la preparazione di alcuni asset digitali, con immagini da 17 megapixel
provenienti dalla fotocamera Canon Eos 1ds Mark II. La considerazione
interessante è che con questo tipo di immagini, l’hard disk del portatile
non ha praticamente mai smesso di “frullare”. Nonostante ciò, la durata
totale della batteria si è mantenuta molto elevata. Davvero un bel traguardo!
Generazioni a confronto...
Lungi dal voler misurare scientificamente la potenza
di calcolo di un “vecchio” Powerbook G4, che rimarrebbe piantato, rispetto
al suo moderno alter ego, ci siamo divertiti ad osservare differenze
e similitudini di due cavalli di battaglia, separati da 4 anni di evoluzione
tecnologica. Il primo Powerbook G4 con monitor da 17”, vide la luce nel
gennaio del 2003, e tra l’altro, fu in assoluto il primo computer portatile
con monitor da 17”. Con un Processore a 1 GHz, un hard disk da 60 GB
e una RAM espandibile al massimo a 1 GB, si è evoluto nel tempo fino
a raggiungere il top di gamma a 1,67 Ghz, recentemente sostituito dai
MacBook Pro.
Mettendo i portatili l’uno accanto all’altro, con il monitor chiuso,
l’unica vistosa differenza è il sensore (un pallino tondo e scuro) per
il telecomando FrontRow, posizionato sulla parte inferiore del MacBook
Pro. E questo è già sufficiente a dire che il “telecomandino” è appannaggio
solo dei nuovi MacIntel, grazie al quale possiamo controllare Apple Remote
di iLife, ma possiamo anche pilotare una presentazione di slide preparate
con Keynote. Guardando i dall’alto, notiamo subito una differenza di
dimensioni: il Powerbook G4 è più corto di circa 1 cm. Un chiaro segnale
che la componentistica del MacBook PRO ha richiesto più spazio per poter
essere ospitata. La fessura del superdrive nasconde anch’essa qualcosa
di diverso: un unità ottica dual layer, che può masterizzare DVD otto
volte più velocemente del vecchio Powerbook G4 a 1 GHz, oltre a poter
usare DVD riscrivibili.
Fig. 3 - L’ingegnerizzazione fa miracoli: nonostante la circuiteria
interna sia molto diversa dal suoi predecessore, lo spessore del MacBook
PRO è rimasto invariato.
Continuando a girare intorno al case si notano altre novità: il nuovo
connettore magnetico Mag Safe per l’alimentatore esterno, che sostituisce
il vecchio sistema con connettore pin; una ulteriore porta USB (tre in
totale); scompare il modem (che deve essere richiesto come opzione in
fase di ordine del computer); e infine lo slot ExpressCard/34, che sostituisce
quello per le schede PC Card PCMCIA.
Terminata la ricognizione dell’esterno, apriamo il computer, sollevando
il monitor LCD, e qui si vede subito un’altra differenza: la webcam iSight
integrata nella parte superiore. In effetti, questo è quasi un piccolo
miracolo, perchè se si pensa alla prima webcam iSight desktop Prodotta
da Apple, per quanto piccola, nessuno si sarebbe immaginato che l’ingegnerizzazione
dei componenti l’avrebbe ridotta ad un piccolo quadratino da 4,5 mm...degna
dei migliori agenti 007!
Una volta accesi, si nota subito la differenza
di qualità dei monitor: quello del MacBook PRO è molto più luminoso,
oltre ad avere una risoluzione grafica più elevata del suo predecessore
(1680x1050 pixel). Diciamo che con queste caratteristiche il MacBook
PRO può tranquillamente essere considerata una buona workstation grafica
per l’elaborazione digitale delle immagini!
Fig 4 - Visti da sopra, si nota che il MacBook PRO è un pò più profondo:
beh, se lo spessore è uguale, la componentistica ha dovuto trovare spazio
da qualche parte!
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